Verso il 2030 e oltre: come mobilitarsi per uno sviluppo sostenibile
Spesso si parla dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Sembrano concetti talmente grandi da non riguardarci, titoli istituzionali che abbiamo incontrato tra i banchi di scuola, sentito nominare in qualche progetto di partecipazione e attivismo, approfondito per qualche esame universitario. Eppure sono molto più vicini a noi di quanto pensiamo.
Ma andiamo con ordine.
Cos’è l’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile?
Sviluppo sostenibile: lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri
Questa è la definizione nata nel 1987 dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo, istituita dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Da quel momento la sostenibilità è diventata la parola chiave degli anni Duemila, tanto che nel 2015 nacque l’Agenda 2030, un programma d’azione sottoscritto da 193 Paesi membri dell’ONU per raggiungere 17 obiettivi comuni entro il 2030: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame, il contrasto al cambiamento climatico, la lotta alle disuguaglianze di genere, per citarne solo alcuni.
Roma, Crotone, Ancona e Padova: esperimenti di Sviluppo Sostenibile
Come si arriva da un documento delle Nazioni Unite al quartiere della nostra città? A piccoli passi, lavorando insieme, facendo rete, informandosi e informando e mobilitandosi.
Quest’anno abbiamo iniziato, con Save the Children, il progetto GIFT. Giovani, Impegno, Futuro, Territorio: un percorso lungo due anni di educazione alla cittadinanza per sensibilizzare e mobilitare lɜ giovani attorno agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Il progetto riguarda quattro città, Ancona, Crotone, Roma e Padova, oltre ad alcune attività online rivolte anche a ragazzɜ di altri territori. Abbiamo lavorato principalmente con le scuole superiori, coinvolgendo fino ad oggi 10 scuole, 47 classi e oltre 1.000 studentɜ. Ora vogliamo raccontare come è andato questo primo anno di sperimentazione e come si può contribuire ai grandi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nelle nostre comunità, nei nostri quartieri, dal basso e a piccoli ma significativi passi.
Con questo progetto vogliamo ribadire che lɜ giovani possono e devono contribuire attivamente alla definizione di interventi e iniziative che riguardano loro, il loro presente e il loro futuro e partecipare al dibattito pubblico sull’Agenda 2030 e sullo sviluppo sostenibile. Questo però significa fornire loro gli strumenti giusti per farlo, attraverso delle formazioni, delle azioni di mobilitazione e una giusta comunicazione fatta per e con loro.
Nelle città del progetto abbiamo costruito dei percorsi di formazione con alcune classi delle scuole superiori che successivamente hanno sviluppato contenuti multimediali, mostre ed eventi di sensibilizzazione per le loro scuole. I prodotti sono stati sviluppati direttamente dallɜ studentɜ che hanno scelto, tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, quelli che sentivano più urgenti e vicini ai loro interessi: ridurre le disuguaglianze, parità di genere, città e comunità sostenibili, istruzione di qualità, lavoro dignitoso, lotta al cambiamento climatico.
All’Istituto Leonardo Da Vinci di Roma, ad esempio, è stato approfondito il tema della disuguaglianza e violenza di genere, un percorso concluso con l’allestimento della mostra “Com’eri vestita?” in collaborazione con Amnesty International Italia, esposizione itinerante contro gli stereotipi che colpevolizzano chi subisce uno stupro.
Anche l’Istituto Gravina di Crotone ha scelto di approfondire la tematica dell’equità di genere, in questo caso con un approccio legato alle possibilità di sognare e all’accesso al lavoro per tuttɜ. Una ragazza sogna di diventare una scienziata della NASA: che ostacoli troverà lungo il suo cammino? Quali stereotipi dovrà affrontare? Attraverso una rappresentazione teatrale interattiva lɜ studentɜ dell’istituto hanno coinvolto la scuola portando alla luce le disparità di genere nell’istruzione e nel lavoro.
L’Istituto Duca d’Aosta di Padova invece ha affrontato il tema delle disuguaglianze economiche, entrando direttamente in contatto con le realtà del territorio che tutti i giorni lavorano in città per contrastare la povertà: Cucine Popolari, Comunità di Sant'Egidio e Dona Cibo. Dopo averle conosciute attraverso visite, incontri e interviste, hanno raccontato il lavoro prezioso di queste realtà a una platea di 700 ragazzɜ
Sempre a Padova, l’Istituto Valle – Liceo artistico grafica e audiovisivo/multimediale – ha sviluppato una mostra fotografica sul razzismo e le discriminazioni, a partire dalle storie personali proprio dellɜ studentɜ che hanno partecipato al progetto. Ne abbiamo parlato qui:
Tantissime attività sono state intraprese nelle altre scuole aderenti al progetto che potrai continuare a seguire anche il prossimo anno scolastico sui nostri social 👀
Mappare le città
A supporto del lavoro svolto nelle scuole, insieme aɜ giornalistɜ Daniele Nalbone, Ylenia Sina e la fotoreporter Costanza Fraia, abbiamo avviato un'attività di mappatura delle città del progetto. Cosa significa mappare un pezzetto di città? Significa riscoprire i luoghi che frequentiamo ogni giorno sotto un altro punto di vista.
Ti sei mai chiestə se le strade che attraversi tutti i giorni sono vissute allo stesso modo da un ragazzo o una ragazza, da una persona che non parla la lingua dei cartelli stradali, da una persona con una disabilità, da un bambino o una signora anziana? Gli spazi delle nostre città sono davvero uguali per tuttɜ e se non lo sono come potremmo fare a renderli più accessibili?
Sono le domande che ci hanno guidato per scoprire le sfide da affrontare nei nostri quartieri e le realtà lavorano per superarle. Ad esempio lo sai che a Roma c'è un lago che combatte? Ne abbiamo parlato qui.
Si parte da qui.
Parlare di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile significa partire dagli ostacoli di tutti i giorni.
Quelli che incontrano le studentesse quando vogliono tornare a casa da sole la sera, quelli che incontrano ragazzɜ di seconda generazione che si sentono dire “tornatene al tuo Paese” quando il loro paese è proprio Roma, Padova, Ancona o Crotone, oppure ancora studentɜ italianɜ senza cittadinanza che non possono accedere alle opportunità di studio all’estero, gli ostacoli che affrontano studentɜ con disabilità quando si rompe l’ascensore della scuola e non riescono ad andare in classe, quelli di chi guarda il proprio quartiere e vede cemento invece di alberi.
Gli ostacoli per cui gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono nati e per cui tuttɜ noi possiamo iniziare a fare qualcosa, anche a partire dalle nostre scuole e dai nostri quartieri.